martedì 9 aprile 2013

ROM: RICCARDI, IN ITALIA VERO ANTIGITANISMO, MENTRE ETNIA PUO' ESSERE RICCHEZZA

CAMPI NOMADI UNA VERGOGNA, SGOMBERI TALVOLTA PER CONSENSO 
AMMINISTRATORI' 
Roma, 8 apr. (Adnkronos) - "Molte delle tensioni che 
attraversano il nostro tempo si scaricano sui Rom, in Italia e 
altrove. C'e' a volte un vero e proprio antigitanismo, una cultura del
disprezzo verso questa minoranza". Lo ha affermato il ministro della 
Cooperazione internazionale e dell'integrazione Andrea Riccardi 
durante il convegno, organizzato oggi presso la Presidenza del 
Consiglio dei ministri in occasione della giornata internazionale del 
popolo Rom e Sinti. "Superando gli stereotipi credo si possa fare 
molto: il popolo Rom puo' arricchire, con la sua presenza e il suo 
lavoro, la vita del nostro Paese", ha aggiunto Riccardi.

      "Il problema in Italia e' il circolo vizioso senza fine di 
stereotipi, pregiudizi, intolleranze, una miscela triste ed esplosiva 
che diventa destino di emarginazione", ha sottolineato il ministro. 
Riccardi ha poi definito i campi nomadi "luoghi di vergogna del nostro
Paese", polemizzando anche sulla "politica indiscriminata degli 
sgomberi che talvolta viene fatta per necessita', altre volte per 
motivi di mera pubblicita' degli amministratori".

      "Come governo ci siamo voluti impegnare sulla linea 
dell'integrazione: lo abbiamo fatto presentando all'Unione Europea una
strategia di inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti che vincola
i governi che verranno ad una 'road map' con impegni precisi su 
educazione, salute, lavoro, casa", ha concluso Riccardi. Al convegno 
hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Lamezia Terme Gianni 
Speranza, il capo di gabinetto del ministro per la Cooperazione e 
l'Integrazione Mario Morcone e rappresentanti delle comunita' Rom 
della Capitale. 
Amministrazioni locali "che spesso
preferiscono che le difficolta' si incistino" e "amministratori
che attuano una politica indiscriminata degli sgomberi dei campi
rom per farsi mera pubblicita'": e' duro l'attacco che il
ministro per la Cooperazione e l'Integrazione, Andrea Riccardi,
ha sferrato oggi ad alcuni sindaci e amministratori locali per
il loro atteggiamento nei confronti delle comunita' rom.
   L'occasione era la celebrazione, nella sala polifunzionale
della Presidenza del Consiglio dei ministri, della Giornata
internazionale del popolo rom. Un incontro al quale hanno
partecipato anche molte persone rom e sinti - c'era anche il
gruppo musicale "Taraf di Transilvania" che ha eseguito alcuni
brani tipici - e su questo il ministro ha scherzato, rivelando
che alcuni uscieri hanno detto "mo' Riccardi ha fatto pure
venire gli zingari al Ministero".
   Tre persone hanno portato la loro esperienza. Una ragazza,
Maria Spada, studentessa di terzo liceo classico, ha raccontato
del timore di rivelare la sua origine rom: "vorrei sparisse il
disagio nello stare con gli altri" ha detto. Virginia Tocila,
una donna rom romena, e' madre di tre figli che hanno ottenuto
una borsa di studio per proseguire la scuola. Branislav Savic,
nato in Italia 25 anni fa da genitori provenienti dalla ex
Jugoslavia, con perfetto accento romanesco ha raccontato la sua
infanzia in un campo nomadi rivelando che quella condizione di
vita non gli e' mai piaciuta; ora lavora come cameriere in un
grande ristorante e vive in un appartamento con sua moglie -
"una ragazza "gagi", cioe' non di etnia rom - e il loro bambino.
"Si puo' essere giovani rom che non rinnegano la propria
appartenenza ma vivono l'integrazione e l'amicizia con tutti" ha
sottolineato.
   "E' possibile vivere insieme" ha detto Riccardi, che ha
denunciato come "molte delle tensioni che attraversano il nostro
tempo di scaricano sui rom, in Italia e altrove. C'e' a volte un
vero e proprio antigitanismo". Eppure, quello rom e' "un gruppo
sociale piccolo, composto per la meta' di minori, per un terzo
di bambini". In Italia, secondo stime del Consiglio d'Europa, si
parla di 140 mila persone, di cui poro meno della meta' sono
cittadini italiani da molte generazioni.
   Non tutte le amministrazioni locali, comunque, remano contro:
Riccardi ha spiegato che "con alcune abbiamo provato a
realizzare percorsi di integrazione". Come nel caso di Lamezia
Terme, in Calabria, che ha ricevuto 2,9 milioni di euro dei 10
stanziati di concerto con il Viminale nel quadro dei fondi Pon 
sicurezza disponibili proprio per l'integrazione. Con quei
soldi, ha spiegato il sindaco Gianni Speranza, sono stati
attuati progetti per dare case, migliorare le condizioni di vita
e mandare a scuola i loro figli. Attualmente nel campo nomadi ci
sono ancora 340 persone, ma dall'inizio del 2011 circa 140
persone sono state trasferite in case popolari o situazioni
simili. (ANSA).