venerdì 18 gennaio 2013

Riccardi: sull'immigrazione un nuovo corso politico culturale e di linguaggio

«Ho da sempre e ripetutamente, a maggior ragione dopo le parole del presidente Napolitano, sollecitato il Parlamento a portare in aula la legge sulla cittadinanza ai figli dei lavoratori stranieri, che non era nel programma di governo. Se questo non è avvenuto è stato sicuramente per la contrarietà della destra e della Lega, ma anche per una qualche rassegnazione delle forze politiche favorevoli». Lo ha detto il ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione Andrea Riccardi.
«Rivendico al governo Monti e al mio ministero - ha aggiunto – il merito di aver inaugurato una vera svolta. Un nuovo corso culturale, politico e di linguaggio nei confronti dell’immigrazione, vissuta non più come pericolo o come emergenza, ma come opportunità di sviluppo e di crescita. Abbiamo detto basta ai respingimenti indiscriminati, abbiamo fatto togliere l’odiosa tassa sulle rimesse degli immigrati, abbiamo operato per la legalizzazione di 140 mila lavoratori stranieri che lavoravano in nero, abbiamo impostato le relazioni internazionali su basi completamente diverse dal passato».
Riccardi ha concluso: «Capisco che la campagna elettorale abbia le sue asprezze e le sue regole, ma parlare del governo Monti come succube dei ricatti del centrodestra in materia di immigrazione è una descrizione caricaturale che respingo con decisione al mittente».